
È appena trascorso l’evento per eccellenza delle Comunità Slow Food nazionali ed internazionali, il “Terra
Madre – Salone del Gusto”, edizione 2022, con percorsi di gusto, colori, suoni e armonie nel cuore di
Torino; camminando tra la folla ci si è soffermati attratti da profumi intensi e dal vociare delle diverse
presentazioni di piatti e pietanze.
Un’occasione per i produttori per raccontare le esperienze vissute e narrare le sfide quotidiane, nella
continua ricerca di idee da mettere in campo, come nei percorsi di valorizzazione che accomuna i
castanicoltori del Consorzio della Farina di Castagne del Pratomagno e del Casentino; l’esperienza Terra
Madre è tutta da provare e gustare, che ti trascina alla scoperta di paesi vicini e lontani, battiti di cuore che
trasformano i prodotti in pezzi di vita e sorriso.
All’interno di questo caleidoscopio di emozioni la nostra rete castanicola si è presentata ed ha raccontato il
percorso di formazione della rete e dei castanicoltori aderenti, nonché degli obiettivi posti al centro delle
azioni di network, nella ferma convinzione delle potenzialità intrinseche del tema Castagno, anche in
considerazione delle dinamiche ambientali in atto, che ci mettono davanti a fenomeni climatici sempre più
estremi. Il Castagno è stato, nei tempi antichi, punto di riferimento per la popolazione rurale italiana ed
oggi può essere una nuova sfida per riscattare il futuro. Guardare al castagneto, oggi, significa ripensare il
futuro e proteggere il paesaggio con la sua storia e le sue potenzialità, nella consapevolezza di una scelta di
campo per contrastare i cambiamenti in atto. Una delle sfide più coraggiose, infatti, è senza dubbio quello
di togliere quell’aria di rimando al passato e ripensare il future delle aree interne in un’ottica moderna ed
imprenditoriale, come raccontato dalla Comunità Slow Food ei Castanicoltori dell’alta Valle del Reno in
uno degli incontri programmati nell’ambito dell’area spazio ISMEA.
Il passato castanicolo può essere anche il futuro del paese, in un’ottica moderna e performante.
Durante tutte le giornate si sono susseguite presentazioni, dibattiti e laboratori del gusto, ideati
appositamente dalle diverse comunità castanicole e inseriti nella programmazione generale e specifica
degli stand regionali. Nelle numerose attività proposte è stato presentato il Presidio della Mosciarella delle
Casette di Capranica Prenestina, passo importante per il riconoscimento non solo del prodotto in sé, ma
anche della filiera tradizionale che rimette al centro l’uso dell’essiccatoio. Questo riconoscimento segna il
passo per l’utilizzo dell’impianto produttivo tradizionale inserendo il nuovo strumento del cd. “pacchetto
igiene” nella normativa HACCP, definendo così tutti gli anelli di filiera.
Le azioni cardine che la Rete ha svolto all’interno del Terra Madre sono nei racconti di territorio, dei luoghi
e delle persone della civiltà del castagno, individuando come elementi costruttivi del reticolo tutti i nodi del
network, quali: Slow Food Nazionale, le Condotte locali e le Comunità.
Un perno importante per la comunicazione al grande pubblico è stato il percorso espositivo: il sentiero
della biodiversità che, oltre ad essere stata un’occasione per osservare da vicino la biodiversità agraria e
culinaria, collegata ai diversi prodotti, è stata una bella vetrina per parlare della castanicoltura tradizionale,
della rete castanicola e delle attività collaterali legate alle lavorazioni quotidiane, come la produzione di
cesti tradizionali utilizzati per la raccolta. Per l’occasione, la Comunità per la tutela e valorizzazione dei
castagneti del Reventino ha coinvolto un maestro cestaio che ha magistralmente realizzato, in diretta,
diversi contenitori, mediante l’uso di fasce ricavate da legno di castagno.
Per la Rete, partecipare all’Evento, è stata l’occasione per promulgare il Manifesto, il documento fondativo
delle comunità castanicole gettando le basi per la costruzione di un percorso identificativo nazionale; il
documento è motore per la propulsione delle azioni nei singoli territori che, lavorando in rete, potranno,
così, essere maggiormente performanti. Il Manifesto segna il passo per organizzarsi in modo ordinato e
mettere in fila gli obiettivi posti dalle comunità; un percorso virtuoso che esalta le terre alte, simbolo della
lotta quotidiana di contrasto al progressivo spopolamento, al dissesto idrogeologico che, combinato con la crisi climatica e il declino della biodiversità, non accenna a fermarsi. Partecipare alla prima della proiezione
del docufilm Innesti è il giusto riconoscimento per il ruolo fondamentale dei castagneti tradizionali, come
raccontato dai Custodi dei castagneti delle Alpi liguri, alla luce delle conoscenze e informazioni utili per
accompagnare i processi di sviluppo rurale, dove le reti, i rapporti e gli scambi reciproci potranno
necessariamente giocare un ruolo importante per riconnettere il passato e ripensare il futuro nel rispetto di
un albero che non ha eguali: il Castagno.
Rosy Olevano
Rete Castanicoltori