
Venerdì 23 settembre, Parco Dora di Torino, Terra Madre: la rete dei castanicoltori é riunita in semicerchio e si presenta al pubblico di Slow Food.
Da anni un gruppo di appassionati esperti della coltura di questo piccolo frutto sta lavorando con l’ambizione di sensibilizzare la popolazione e le amministrazioni all’importanza della gestione del castagneto come elemento chiave nella valorizzazione delle economie e degli ecosistemi di montagna.
Più recentemente, in seno ad Oltreterra, queste ambizioni hanno preso la forma di un progetto, sono diventate istanze.
Che si tratti di Alpi o Appennino, l’Italia tutta ha una lunga storia di tradizioni culinarie, cultura, folklore, strutture sociali ed economie legate alla castanicoltura. Un patrimonio inestimabile, per il quale é importante prevedere strumenti legislativi e finanziamenti adeguati alle attività necessarie per il suo sostentamento e promozione: tra le più significative e immediate, un censimento nazionale delle piante esistenti, il recupero dei castagneti in abbandono e il loro monitoraggio, l’individuazione di referenti che accompagnino gli attori di una rete che, come le radici di un albero, scorre fitta ma inosservata e silenziosa sotto i nostri piedi.
A queste necessità primarie si aggiunge la promozione di uno stretto rapporto tra il mondo rurale e quello accademico, al fine di tradurre in azioni concrete le diverse istanze comprovate dal mondo della ricerca: in primis, gli effetti benefici della gestione del castagneto e in generale, dell’intervento dei castanicoltori per garantire la salute dell’ecosistema del castagneto, del suo sottobosco. Oasi di biodiversità, i castagneti ospitano una varietà di organismi vegetali, fiori, muschi, funghi, alberi, in una composizione che cambia a seconda del substrato terreno e delle condizioni climatiche, delle interazioni tra piante e piante e tra piante ed organismi animali.
Nella giornata di venerdì si sono susseguiti una serie di incontri di degustazione ed educazione, nonché la proiezione del documentario INNESTI di Sandro Bozzolo che narra in maniera magistrale delle bellezze e difficoltà del castagneto italiano, offrendo una chiave di lettura interessante della crisi climatica e ambientale che ben conosciamo.
Il sabato, concetti e principi sono stati discussi direttamente sul “campo”, in occasione della visita alle realtà di Villar Focchiardo e al GAL Escartons e Valli Valdesi.
Obiettivo della rete è la valorizzazione del castagneto per i suoi innumerevoli servizi ecosistemici ma, soprattutto, la sua conservazione e cura in quanto “luogo sacro”, come definito dai suoi stessi custodi.
Con le sue molte sfaccettature locali, la storia del castagneto é intrecciata con quella delle Terre alte italiane – ancora leggibile, anche se sbiadita: la sopravvivenza del “forte e generoso, vecchio castagno” (dai versi dell’Ode di Ugo Bugelli) é nelle nostre mani.
Alessandra Telch
Slow Food Bolzano